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Visualizzazione dei post da settembre, 2011

trattenere la terra

Non ricordo esattamente chi dicesse che una casa non è la tua casa fino a che non ci ritorni. Forse Virginia Woolf, che sui luoghi degli affetti e delle memorie ha comunque ragionato molto, anche non fosse suo questo pensiero. Ma non è la citazione in sé l'argomento di questa giornata neutra di primo autunno, cielo lattiginoso e aria senza profumi. Come si sviluppa il senso di appartenenza ad un luogo? Come si trattiene la propria terra anche quando si è altrove? E qual'è la propria terra: quella in cui si nasce oppure quella che si sceglie, inevitabilmente, prima o poi, nel corso della vita? E può essere "casa" semplicemente il singolo edificio, svincolato dalla terra su cui posa, dalla società in cui è immerso, dai profumi del paesaggio che lo circonda? E ci si può sentire a casa anche in più luoghi? Non so rispondere. Considero indistintamente "casa" luoghi in cui ho piacevoli e ripetute memorie infantili come luoghi che mi sono conquistata da sola,

automatismi...

Tema macedonia. Sto parlando dell' MTC di settembre 2011  lanciato dalle solite due pazze di Menù Turistico  con il colpevole zampino (anzi... con la mano magica) e le ferree regole decorative non scritte di Fabiana  di Tagli e Intagli . Macedonia dunque, volendo anche con ingredienti diversi dalla sola frutta, ma sempre concepita come un dessert. Bellissimo tema. Ovviamente le prime idee che mi sono venute erano saltate. Sulla falsariga della macedonia/antipasto di   frutta verdura e formaggio  o come la macedonia/insalata double face di  pesche melone e cetrioli al chili , già viste su questi schermi. Poi mi sono detta: e se per una volta pensassi ad un dolce "dolce"? Sicuramente stravolgerei tutti! E allora... punto di partenza: ok dolce ma non esageriamo. Non uso verdure o erbe "strane" però non voglio neppure aggiungere zucchero. Quindi penso ad aromi che esaltino i sapori dei frutti e li leghino ma ignoro il dolcificatore per antonomasia. Punto seco

colazione di viaggiatori e regine

Oggi a Marco Polo la vivandiera vuol parlare di colazioni tradizionali. Sarà che la raccolta di   Valentina l''ha spinta ad una breve ricerca in materia, sarà che ne è uscita con tante curiosità del gusto da soddisfare sia storiche che geografiche... fatto sta che oggi si le presenta una ghiotta occasione. Perché Marco Polo è approdato in Yemen , Paese dai mille volti, patria della mitica Regina di Saba. Così ecco che si va con tutta la carovana alla scoperta della colazione tipica del luogo: il fatout , di origine popolare ma molto apprezzato anche nelle classi alte. Fatto curioso, gli ingredienti base di questo piatto sono il pane del giorno prima, cosa comune a moltissime tradizioni di tutto il mondo (presente i french toast o le migas spagnole , per dire?), e le uova, altrettanto diffuse, pure se a noi Italiani un filo meno familiari. Così come molte sono le ricette internazionali di pane e uova saltati, anche se non tutti poi le consumano a colazione. Tornando alle

sì al pesce crudo

Quando parlo a qualcuno che mi conosce poco della mia passione per il cibo giapponese mi sento spesso rispondere: "a no,  a me il pesce crudo non piace...". Di solito a questo punto inizio un panegirico infinito sull'ampiezza della cucina giapponese, che gli Occidentali identificano quasi solo con il sushi così come capita che gli stranieri conoscano della cucina italiana solo la pizza o gli spaghetti. Quest'ultima volta invece l'obiezione è stata "ma... io del pesce crudo non mi fido". E da me è partito allora un ragionamento differente, che girando il mondo trova il pesce mai solo e semplicemente "crudo". Ci sono sempre aromi che, oltre ad insaporire il pesce e supportarne il gusto, ne garantiscono la sicurezza agendo sulle cariche batteriche ed altri fattori relativi alla possibile pericolosità nella conservazione e nel consumo di tutti i cibi crudi. In Giappone infatti le fettine di pesce del sashimi sono accompagnate da rafano e salsa

autunno futuro

Colpi di coda di  un'estate poco definita. Non se ne è misurato il clima in gradi centigradi o in millimetri di pioggia caduta inquesti mesi, le sue dimensioni sono state quelle di perplessità ed incertezza. Chi l'ha vissuta come al solito, chi si è ritrovato in situazioni completamente riparametrate, chi ha chiuso gli occhi e chi li ha dovuti tenere ben spalancati. Coda di un'estate che è cominciata in sordina, si è presa una pausa di rilessione intermedia, si è convinta tardi di esserci davvero ed ora fa il suo lavoro dentro un tempo leggermente sfasato. Dicono che tra pochi giorni finirà, che tutto rientrerà in paramentri, medie e norme. La verità è che, quando ci si abitua all'indefinito, importa poco quel che si prevede per domani: perplessi per il presente, senza tempo e strumenti per indagare i lsenso degli avvenimenti passati, il futuro assume una dimensione talmente inconsistente che si rinuncia ad aspettarlo. Durante un'estate tanto indeterminata l'

un anno in più

Questa volta lo dico io, prima che qualcuno ci metta il becco a mia insaputa come successe lo scorso anno : oggi sono due anni che questo blog si è aperto al pubblico. Non trovo in verità sia un'occasione per festeggiare, nonostante un anno fa di questi tempi riflettessi sul valore rasserenante dei rituali e dei piccoli cambiamenti costanti. Questa ricorrenza in questo caso non appartiene a nessun rituale. Nello stesso periodo l'anno ancora precedente parlavo della terapeutica capacità di reazione a situazioni destabilizzanti attraverso i piccoli passi quotidiani. Questa data specifica mi spinge inevitabilmente a meditare perché per me è stata dalla nascita un momento di levità, prima, da dieci anni a questa parte, costituisse casualmente anche (o invece) un punto fisso nella storia collettiva. Punto di chiusura, punto di partenza e di ri-partenza. Le conseguenze degli accadimenti americani di dieci anni fa oltre ad incidere tragicamente sulle vite dei protagonisti, hanno

galleggiare

Luigi è sospeso tra l'andare ed il restare, tra stasi e cambiamento. Ha condotto una vita serena fino ad ora, densa di emozioni ma fondamentalmente priva di reali scelte: la scuola adatta per prepararsi alla professione di famiglia, il militare vicino a casa, il lavoro ereditato, in società con il figlio del socio di suo padre, la fidanzatina del liceo che diventa serenamente moglie e madre dei suoi figli. La sua vita sembra un manuale di regolarità e predestinazione. Una famiglia di tradizione sportiva naturalmente l'ha portato ad appassionarsi al movimento all'aria aperta e ogni domenica mattina, estate ed inverno, che piova o tiri vento, come ha fatto per tanti anni con suo padre anche oggi Luigi si ritrova ora con i due amici di una vita, quelli che ha contagiato con il ciclismo già dai tempi della scuola. Ogni volta fanno "il giro del fiume" in bicicletta, risalendo una riva del torrente che taglia in due la loro cittadina fino al Ponte di Monte, una ventin

il risotto a colazione...

Ho ricevuto qualche tempo fa l'invito a partecipare ad una raccolta di ricette per colazione... diciamo non proprio il mio campo, dato che, quando non mi limito ad un bicchiere di latte o di kefir, le mie golosità mattutine sono prevalentemente salate, quindi raramente condivise da chi mi si accompagna! Colazione? Sì grazie!  inventato da Valentina di My taste for food  si propone però di riflettere anche sull'aspetto nutrizionale, oltre che su quello goloso. E mi piace fermarmi un attimo a pensarci, viste anche le mie impreviste recenti esperienze di dieta dimagrante  da cui sono rimasta piacevolmente coinvolta. Mi accorgo che in quasi tutte le tradizioni, mediterranee, mitteleuropee, anglosassoni od orientali che siano, ci sono sempre zuccheri per energia immediata, carboidrati per energia a rilascio lento, e poi  vitamine, accompagnate non sempre da proteine. Non essendo abituata a colazioni abbondanti e sistematiche ho voluto coccolarmi in questa domenica piovosa di f

favori agli amici

Uno si dice prima di partire: "durante le ferie bando alle remore, assaggerò tutta la tradizione mangereccia del luogo in cui  vado in vacanza e alla linea casomai ricomincio a pensare al mio ritorno!"  Così tuffarsi nei piatti locali diventa quasi un punto di orgoglio, una volta affinato l'alibi della scoperta del territorio e della ricerca storica delle tradizioni locali. Ci si mette dunque in viaggio verso l'agognato luogo di villeggiatura ricolmi di queste ottime intenzioni. Salvo scoprire, appena salita in auto la compagna di viaggio, che quest'ultima non solo è a dieta da un paio di mesi, ma che ha pure un controllo dal dietologo programmato per il giorno successivo al nostro rientro, quindi non potrà sgarrare nemmeno una volta per tutta la vacanza! Avendo un'anima bastarda potremmo in realtà non farne un problema: ognuno mangia ciò che preferisce senza badare agli sguardi invidiosi e sofferenti di chi ci siede accanto a tavola, ognuno saccheggia pas

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!