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Visualizzazione dei post da novembre, 2011

il giorno del Ringraziamento genovese

Giorno del Ringraziamento oggi. Non nel senso americano del termine, ma in quello ligure. Perché il mondo va aventi ma la mia testa è rimasta a Genova e da lì non si riesce a staccare. Dal giorno del primo appello  le cose sono cambiate concretamente ed il ristorantino alluvionato sta provando davvero a nascere a nuova vita. Sono arrivati aiuti materiali del tipo più disparato: chili di pasta, zucchero  o farina ma anche impastatrici per la cucina, sedie per la sala, libri, versamenti sul conto corrente, artigiani che lavorano al puro costo, volontari che aiutano con la burocrazia... Non è tutto a posto ovviamente ma tra qualche mese, una volta sistemato tutto e tornati al lavoro di routine, ci si renderà conto della nascita di una nuova faticosa bellezza. Dopo aver trascorso due giorni al ristorante per collaborare a prepararne la riapertura mi è servita una giornata di decompressione per resettare i pensieri e fotografare la situazione reale in un modo sufficientemente obiettivo.

viaggiare come un baccalà

Nel bailamme degli eventi clamorosi seguiti al mio post sui sogni genovesi  di un'amica coraggiosa, stavo quasi dimenticando l'MTC! Ma poiché ogni promessa è debito ed il baccalà occhieggiava in frigo oramai da un paio di settimane, ho deciso di prendermi una pausa e dedicarmi per un momento alla cucina. Anche perché il tarlo mi rodeva da quando avevo letto le interessanti note storiche che accompagnavano la ricetta di questo mese... Come giustamente ricordato da Cristina  di Insalata Mista , l'autrice del baccalà alla livornese proposto all' MT Challenge di Menù Turistico  per questo mese di novembre , la cucina tradizionale di Livorno è stata definita "rissosa e popolaresca" come il carattere dei suoi abitanti, il cui numero è cresciuto in modo esponenziale fino al '700 popolandosi di banditi stranieri in fuga dalla legge o da rifugiati che emigravano a causa di persecuzioni religiose. Parte di questi rifugiati erano Ebrei ed infatti molti piatti tr

nascita di un sogno semplice

Coraggiosa, gentile, umile. Dopo vicende di vita davvero alterne trova di nuovo la forza di reinventarsi. Da capo, dal nulla, di nuovo tutta da sola. Inventa energie che non ha, ingigantisce motivazioni per farsele bastare, calpesta gli ostacoli anche se sono quasi tutti fuori scala. La sua disperata tenacia le fa pensare che di nuovo, per l'ennesima volta, può ancora valere la pena di avvicinare un sogno e renderlo reale. Un sogno semplice, solo un piccolo ristorante, in fondo. Osa, e in associazione con un'amica crea questo. E la cosa poco per volta prende un pochino di slancio, le leva qualche peso dal cuore, le permette di concentrarsi su una routine faticosissima e finalmente bellissima. Ogni giorno di più la dimostrazione che almeno questa volta è valsa la pena di stringere i denti. Fino al giorno in cui mentre lavora nel suo ristorantino sente un grido nell'altra sala. Poi un'altro, poi il rumore dei clienti che scappano, poi il gorgogliare agghiacciante de

le campane che non suonano a Gardaland

Qualche giorno fa  Libera mi ha segnalato la diffusione di una campagna internet contro Gardaland a fronte di un comportamento poco chiaro ripetutamente tenuto dai responsabili del parco nei confronti di persone disabili. Tante campane risuonano su internet a tal proposito,  su questo tema in rete esiste di tutto: testimonianze di diversi episodi simili, attacchi ad oltranza alla struttura, teorie e polemiche sul concetto di sicurezza, commenti sconsolati sulla diffidenza strisciante e sul conseguente apartheid nei confronti di chi soffre della sindrome di Down. In rete si trova di tutto, dicevo, tranne una spiegazione chiara. Nel senso che non sono riuscita a trovare una risposta esplicita da parte dei responsabili di Gardaland al di là di frasi in burocratese del tipo "abbiamo rispettato gli obblighi di legge". Ho cercato allora un documento ufficiale che mi chiarisse quali sono le normative di riferimento, come vengono applicate nel parco e come vengono comunicate al

la lezione antica delle cotogne greche

La mela cotogna, questa sconosciuta. Mi ha fatto talmente piacere vedere una bella pila di mele cotogne sul banco della frutta che ne ho afferrate subito un paio e me le sono portate a casa prima ancora di pensare a come utilizzarle. Frutto dimenticato, sottovalutato, relegato dentro pochi dolcetti regionali, così, per assoluta mancanza di buonsenso. Poche certezze di fronte a questa mela antica. Sapevo solo che non avrei preparato dei dadini di cotognata dolce come quelle che mi offriva la nonna da bambina e che si vedono nella vetrina dell'unica pasticceria della città che propone ancora deliziosi dolcetti dei tempi andati. E così mi sono guardata un po' in giro. Anche se forse sarebbe meglio dire che mi sono guardata indietro... Sì, perché la cotogna è un ingrediente molto apprezzato da millenni in tutto il bacino mediterraneo e mediorientale e pure le popolazioni anglosassoni non lo disdegnano. Frutto antichissimo, originario si dice di Babilonia, nell'antica Greci

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!