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Visualizzazione dei post da febbraio, 2013

tra affetti e polmoni...

Molti sono i sapori dimenticati, gli alimenti dei nostri nonni o genitori che ora non compaiono più sulla nostra tavola. L'evoluzione del gusto collettivo è condizionata da infinite variabili ma ci sono alcune "scomparse" a mio avviso più amare di altre, tra cui, ad esempio, quelle dovute alla perdita di consapevolezza che in cucina "non si butta via niente". La tendenza in atto da qualche anno presso le cucine dei grandi chef, a maggior ragione di recente incrementata anche nella pratica quotidiana dalla congiuntura economica, è quella di recuperare le ricette dimenticate. Si torna agli ingredienti poveri e alle preparazioni contadine, rivalutandoli in chiave più attuale sia dal punto di vista nutrizionale che da quello della libera contaminazione dei sapori. Si tratta di un'operazione culturale nobilissima, che però in certi casi si scontra con una tale perdita dei gusti di un tempo da rendere difficilissima la loro attualizzazione. E' il caso d

torta pane e neve

Dopo una full immersion di qualche giorno in torte americane   sontuose e complesse io, che non sono affatto golosa di dolci, ho avuto una sorta di rigetto e pensavo che non avrei più preparato torte  per un bel po'. Ma poi ha ricominciato a nevicare... Chiusa in casa al calduccio, con un'ottima scusa per non avvicinarmi al lavoro, fuori dalla finestra un silenzio bianco ed assoluto, ho pensato a quando mi sono sentita così pigra e "giustificata" ed insieme al sicuro e protetta l'ultima volta.  Devo tornare all'infanzia, a quando un pochino di febbre mi permetteva di restare a letto invece di andare a scuola. E ai piccoli premi golosi con cui cercavano di convincermi a prendere le medicine amare. Tra cui, a volte, una fettina dell'unica torta che io abbia mai visto preparare da mia madre. A parte il famigerato budino beige , una delle altre rarissime specialità dolci della mamma era la torta pane. Non la "torta di pane", come credo tutti gli

vedere rosso

No, va be', giusto per dire: se per caso mi trovo a disposizione del colorante rosso io, dopo averne diligentemente usato un po' per la torta rossa a cui era destinato, che ci faccio di quello rimasto?! Ovviamente una ricetta etnica. E ovviamente salata... Perché ognuno ha un modo diverso di vedere rosso, in cucina. E nel mio caso quel che mi viene subito in mente sono delle morbide fettine di maiale dal bordo scarlatto. La ricetta ricorda molto da vicino il char sui o char siu cinese, che si chiama chāshū in Giappone e muu daeng o moo daeng in Tailandia. Il nome cinese (e quello giapponese da esso derivato) significa "abbrustolito sulla forchetta", quello thai "maiale rosso"; entrambi raccontano la storia di questa ricetta, che nasce da un'antica abitudine asiatica di marinare la carne selvatica dei cinghiali e di cuocerla poi direttamente sulla fiamma infilzandola con degli spiedini disposti a ventaglio. La marinata tradizionale cinese prev

Red Velevt Cake, storie americane, rane ed alligatori

Nel lontano 1996 il giorno del mio compleanno ero in Florida con un gruppetto di amici. Il giorno precedente avevamo perlustrato una zona paludosa delle Keys a bordo di piccole canoe, ci eravamo persi in mezzo alle mangrovie, ci eravamo incagliati nelle piante acquatiche, eravamo stati sfiorati da un cucciolo di alligatore, che per fortuna ci aveva ignorato continuando a nuotare per fatti suoi, ed avevamo evitato di farci divorare dalle agguerritissime zanzare locali spruzzandoci, su consiglio dell'affittabarche, con olio da bagno spray... Per il compleanno i miei compagni d'avventura pensarono di farmi una sorpresa "a tema" e a fine cena comparve sulla tavola una torta. Era tutta verde squillante, con sopra modellata una ranocchia sorridente (sembra che gli alligatori fossero finiti) seduta sopra foglie marroni di palude e fiori in vari toni di giallo fosforescente. So che ora, dopo quintalate di trasmissioni televisive sulle torte superdecorate dei pasticceri amer

cipolle in poesia

Adoro le cipolle. In qualsiasi veste e salsa. Da sempre. Già lo scorso mese avevo partecipato alla raccolta di  Salutiamoci , ricette gustose e salutari del "mangiare bene per stare bene", che chiedeva un piatto a base di miglio, con una  zuppetta di cipolle  ad accogliere il tortino, appunto, di miglio... Si è trattato di un gesto di golosità spontanea, salvo poi accorgermi che proprio la cipolla  sarebbe stato il tema del mese di febbraio, questa volta ospitato dal blog  La cuoca pasticciona  di Valentina . E anche questo mese, sulla spinta del "caso non casuale" di gennaio, mi è venuta al principio la tentazione di agganciare l'ingrediente di febbraio a quello di marzo, che saranno i ceci, a sottolineare lo scorrere del tempo e delle stagioni come un fatto armonioso e semplice, senza soluzione di continuità. Ma poi ho riflettuto su tutte le cose che sto imparando da questa esperienza di attenzione alla salute attraverso la cucina. Per me le regole più dif

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!