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Visualizzazione dei post da marzo, 2016

siamo tournati - le torte salate & l'MTChallenge in tour

Un'altra volta?! Ebbene sì! Come si dice da queste parti: non c'è il due senza il tre e poi il quattro vien da sè... Il quarto, inteso come libro scritto dal gruppo dell' MTC , parla questa volta di torte salate ed esce per i tipi di Gribaudo - Gruppo Feltrinelli. Il volume è presente da oggi in tutte le librerie d'Italia e per chi fosse interessato a oltre un centinaio di ricette e una quintalata di idee, spunti, consigli e segreti per realizzare delle torte salate da urlo, acquistarne una copia è un gioco da ragazzi. I l prezzo di copertina è di € 14.90 (decisamente interessante considerata la qualità del contenuto!) e p arte del ricavato andrà a sostenere i progetti formativi di  Piazza dei Mestieri ,  di cui avevo già parlato  qui  e  qui . Per  comprendere però in pieno l'atmosfera di collaborazione, di complicità e di follia che sta dietro all'ideazione ed alla realizzazione concreta di questo libro, vale la pena di incontrare di persona chi

la mia storia con il pesce per un brodetto romantico

La ricetta che presento questo mese per l’ MTC n. 55 a tema brodetto adriatico  proposto da Annamaria del blog La cucina di Q.B. , risponde in modo molto semplice e diretto alla domanda da lei posta: Quando, nella vostra vita, un momento legato al cibo ha fatto la "differenza"? Da piccolina andare dai nonni svizzero-francesi era una festa: l’orto che era in realtà un campo gigantesco in cui imparavo nomi e colori, le galline che razzolavano da rincorrere nel cortile, la scatola di caramelle nascosta nella credenza… tutto era un gioco stupendo! Purtroppo erano visite sporadiche ed il legame con la natura, e con il cibo che da essa proveniva, in realtà rimaneva per me “astratto”. Quando io ero intorno ai 13 anni la mia famiglia traslocò in una casa con un bel prato e mio padre smise di trascorrere il tempo libero pescando per dedicarsi all'orto. Funzionò da rivelazione, per me, quel suo pezzettino di terra coltivato con intensissimo amore e cura smisurata. 

biscotti alle patate dolci cioccolato bianco... e (ancora!) arancia

Il tema del pranzo dell'altro giorno, per la verità, sarebbe stato quello delle patate: un menù di otto portate (tutte micro, o non saremmo sopravvissuti!) in onore degli 80 anni della festeggiata, tutte a base di patate. 'Che di quello, alla fine, è golosa la nostra neo-ottantenne svizzera... Ma, come è oramai noto, questo volente o nolente è per me il periodo  delle arance . Ho faticato parecchio a resistere alla tentazione di trasformare il tema conduttore del convivio nell'accoppiata patate-arance, visto che, a conti fatti, i n realtà l'arancia sarebbe stata bene quasi con tutto . Ma ce l'ho fatta. Quasi per intero... Ebbene sì:  la mano agrumata mi è scappata solamente con il  cocktail di apertura e nei dolcetti da accompagnare al dessert. Un peccatuccio veniale,  di ispirazione un pochino americana . Giusto per chi mi chiedeva se con le arance avrei sfornato anche qualcosa di dolce. Questo, appunto! Biscotti morbidi di patate dolci al cioccolato bi

polpette con prugne bacon e arance: troppo tardi per un finger food

Inoltrandomi con costanza nella neonata   saga delle arance , mi sono tornati in mente quei  devils on horseback , gli involtini americani di prugne e bacon, che erano stati una delle mie tentazioni per la fonduta di formaggio al miele  di qualche giorno fa. Come ficcarci delle arance? Dilatando il concetto in polpettine di ispirazione vagamente magrebina, in cui alle prugne si abbini una decisa  speziatura, che permette al succo e alla scorza di arancia di giocare molto meglio le loro carte aspro-aromatico-dolci. Per farne un piatto unico unisco anche delle patate. Poi penso invece che sarebbe stato meglio farne un  finger food: senza patate, confezionando le polpette a  piccole palline, le avrei potute servire calde o tiepide su fettine di pane, tenute ferme con degli stecchini decorati con quarti di fettine di arancia. Il che mi avrebbe permesso di "far fuori" un'arancia in più... Ma i rimpianti non servono, bisogna agire quando occorre. Benigni mi avrebbe dett

riso, seppie, arance e tanta pazienza

"Tesoro... si è rotto il frigo! Il tecnico dice che è definitivamente defunto. Dobbiamo sostituirlo ma va ordinato e ci vorrà un mesetto. Mi spiace, nel frattempo dovremo tornare ai costumi delle nonne, che facevano la spesa del fresco tutti i giorni, oppure vivremo di scatolame per qualche settimana."  "Non ti preoccupare cara,  tu in cucina ti sai inventare cose strepitose anche con poco, vedrai che  sopravviveremo. Sai cosa? Per consolarti ordinerei al mio collega siciliano che ha lo zio contadino una cassetta di arance. Me le ha fatte assaggiare al lavoro oggi ed sono talmente buone che glie ne ho confermati 15 chili. Me le porta già domani.   Che dici, sei contenta?"  Succedeva qualche giorno fa. No, ecco, giusto per chiarire che, se comincia qui sul blog una serie infinita di ricette a base di arance, c'è un motivo. E non si tratta di un attacco di monomania agrumata, è solo che cucinare in continuazione mi impedisce di strozzare qualcuno! Come prim

insalata tricolore di topinambur per hinamatsuri

Il 3 marzo in Giappone si festeggia lo hina-matsuri , la festa delle bambine, durante la quale si prega per la loro salute e bellezza. Si allestisce in casa l' hina-ningyo : su una piccola gradinata coperta di tessuto rosso o dorato si dispone, in sette ordini di rango, una collezione di bambole riccamente vestite che rappresentano, nell'ordine, l'imperatore e l'imperatrice, vari personaggi della loro corte fino alle riproduzioni in miniatura di oggetti della loro vita. Un po' come i nostri lari, anticamente in Giappone si pensava che le statuette potessero proteggere la casa riuscendo ad allontanare gli spiriti cattivi e le malattie. Inizialmente si confezionavano bambole di paglia (le hina-nagashi , bambole fluttuanti) e le si faceva portare via dalla corrente di un fiume, in modo da allontanare i pericoli; quelle che finivano incidentalmente nelle reti dei pescatori venivano bruciate al tempio. Dal VIII secolo si cominciò a confezionare bambole da tenere i

pollo al masala delicato, con mele cocco e dubbi

Masala in India significa "miscela di spezie". In italiano è una parola che si usa poco, spesso sostituita in questo senso da curry (anche se, come avevo  già raccontato qui , molti credono che il curry sia una spezia in sé). E, per estensione in Occidente si definiscono  curry anche i piatti che con questa miscela vengono preparati.  In Italia la cultura del miscelare le spezie al momento, a seconda della ricetta a cui sono dedicate, si è oramai persa (sic!). I l nostro palato si è  disabituato alla maggior parte delle spezie esistenti, non le riconosce ne' le sa abbinare agli ingredienti ne' combinare tra loro. E, con l'eccezione di qualche antico dolce regionale, definisce qualsiasi piatto speziato come  "esotico", "orientale" o "indiano"  (e s ospendo il giudizio sul reale significato di questi aggettivi o non se ne esce più...), scordando quanto le spezie siano state per secoli protagoniste della tavola delle ricche corti

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!