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Visualizzazione dei post da marzo, 2017

l'istinto in cucina e la mia normalità da caleidoscopio

Periodo strano, in cui mi pongo quesiti sul senso della cucina di fusione. Ovvero quello che pratico ogni giorno, contaminando piatti conosciuti con tecniche o ingredienti appartenenti a culture gastronomiche differenti, oppure creando ricette ex-novo che contengono spunti di origine storica o geografica differenti tra loro. Mi ha spinto a questa riflessione l'accogliere a cena qualche giorno fa una coppia di amici vegetariani. Mi spiego: con poco tempo a disposizione mi è venuto spontaneo muovermi su "grandi classici" come un crema di verdura, una torta salata e una banalissima coppa di fragole allo sciroppo, tutti piatti scelti in base a ciò che avevo in casa e al breve tempo che necessitavano per la preparazione: coordinando un pochino i tempi nell'arco di un'oretta la cena poteva essere pronta! Mi sono accorta solo strada facendo che in realtà stavo modificando tutto quanto in base ad un istinto che chiamava in causa basi gastronomiche differenti. La

terrina di trota e verdure con aromi giapponesi: cosa non si fa per l'MTC!

L'idea iniziale era di preparare tre ricette, una di carne, una di pesce e una di verdure, e scegliere le due più interessanti per l' MTC di questo mese , che Giuliana de  La gallina Vintage  ha deciso di dedicare alle  terrine . Sono entusiasticamente partita giorni fa dai tre diversi stampi che stavano nella mia credenza ed ho diligentemente cominciato a raccontarne le storie in tre post, che per ciascuno parlavano di luoghi, persone e accadimenti particolari e che, per tali suggestioni, mi portavano quasi naturalmente verso tre differenti idee di terrina. Avrei poi deciso "a cose fatte" quale terrina presentare fuori gara... Ho persino scritto per intero due ricette dettagliate: ragionamenti letterario-filosofico-affettivi sulla cucina napoletana, base di partenza per la terrina di pesce, e approfondimenti storici su origini del piatto e degli strumenti per prepararlo per la terrina di carne, che era di ispirazione inglese. Ho ricercato a tappeto due ingredien

fagioli neri al cumino... ma devo smetterla!

No, va be'... devo scrollarmi di dosso questo mood americano! Chiamata a mille altri doveri culinari non riesco a ragionare fuori dalla visione transoceanica del cibo come puro piacere, come non mi fosse mai passato per l'anticamera del cervello un pensiero dedicato ad aspetti nutrizionali o dietetici, come non mi fossi mai occupata di abbinamenti e di sapori che provengono da culture diverse da quella!  Ad esempio entra in casa un sacchetto di fagioli neri e d'istinto immagino di insaporirli con cumino. E poi di abbinarci del maiale. E poi mi rendo conto che, volente o nolente, una vaga ispirazione tex-mex si è impossessata di me e non mi permette di pensarli diversamente. Mi ci rassegno, ma decido che, basta, questa è l'ultima volta che cedo alla tentazione americana! Almeno fino alla prossima volta... Per accompagnare una salsa , ovvero una sorta di insalata tritata, come si usa in Messico e zone limitrofe, e dei totopos ... quelli che qui tutti chiamano impr

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

un persistente mood americano con funghi alla birra

Il mood americano fatica ad abbandonarmi. Così, prima di rituffare il blog in  Svizzera  come mi ero ripromessa, mi ritrovo invece a desiderare famelicamente un hamburger come si deve ed un'abbondante scorta di birra. Detto fatto: farcisco il frigo di Innis & Gunn , una specialissima birra scozzese molto aromatica che adoro (ve be', scozzese... ma in questo post all'americana contano molto le influente britanniche!), e preparo le "polpette" con carne con manzo tritata al coltello, cipolla grattugiata, due cucchiaiate di birra (ho detto che la adoro... la metterei ovunque!), Tabasco affumicato , Worcester home made , sale e pepe.  Predispongo dei bei bun al sesamo (io biecamente comprati, ma per farseli a casa tutti i segreti sono qui ) da tostare sulla piastra, delle belle foglie di lattuga croccante e delle fette sottili di Appenzeller , interferenza svizzera (!) che sostituisce più che degnamente il formaggio che avrei in verità voluto, un brick che

crostata di rabarbaro e mele "quasi" svizzera

Che fare con il burro home-made ricavato dalla preparazione del latticello per il  pollo fritto  con marinatura all'americana di qualche giorno fa? Be'... ovviamente una cena svizzera!  Il menù è in verità abbastanza semplice: degustazione di formaggi freschi e stagionati con pane di Sils* e cetriolini agrodolci, a seguire bratwurst in salsa di cipolle con r ö sti  e, per chiudere in bellezza, una bella crostata di rabarbaro.  Avrei potuto fare i più, si potrebbe dire. Ma tra la data di effettiva preparazione del burro e l'apertura odierna del frigo per confezionarci attorno un pasto... un essere goloso si è sparato un paio di settimane di colazioni mattutine a base di fette biscottate con  burro e marmellata  e dopocena serali di crostini burro e acciughe, facendo fuori praticamente la metà del mio prezioso panetto! Così ho scelto un antipasto, formaggi con pane e cetriolini, su cui c'è ben poco da fare e proprio niente da dire: bisogna procurarseli i

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!